Cantale appena puoi
canta delle tue montagne monelle
sedute all’ orizzonte, divaricate
come tante ragazze spudorate
Canta di come brillano, di ghiaccio e neve
hanno la testa nell’ azzurro tra le nuvole
e tra le nuvole sbirciano se ci sei.
Lo sanno che non hai corda, e chiodi
e nemmeno esperienza
e non ci andrai
ti guardano aspettare la sera ai loro piedi
per vederle svanire nel buio.
Cambiano vestito tornando, fedeli, a ogni stagione
cambiano profilo e aspetto e colori.
Ma è con la neve che sembrano enormi seni bianchi di donna
venati d’azzurro, di acqua sorgiva che cade
e le fanno madri,
madri di tutti i mari.
è meravigliosa Franco!
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Grazie!
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pensa… io che sono a Roma, dalle mie finestre vedo la montagna piena di neve! (è il Terminillo).
Sicuramente sono una privilegiata. Non è da tutti vedere le montagne dalle finestre, a Roma!
belli i tuoi versi. Dichiarazione d’amore per i monti!
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Grazie
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Queste sono le Grigne, viste da Pasturo…. (in basso a destra c’è la Pozzi)
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Belloooooo!
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