Evoluzione dell’ amplificatore e dello sgabello

Anni 70′

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Oggi

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E lo sgabello?

E’ rimasto uguale, ma prima si metteva davanti all’ ampli, per salirci a regolare toni e volumi.

Oggi si mette sotto all’ ampli, per non inchinarsi troppo.

Certo da fuori, oltre le casse dell’ impianto audio il risultato è anche migliore, ma sul palco bisogna microfonare tutto,  incanalare al mixer, e mettere spie per sentire il risultato.

Non c’è più quel vento prodotto dagli altoparlanti che muoveva i pantaloni, e attraversava il petto, vibrando. C’è meno impatto sonoro che oltre le casse.

Eppure qualcosa attraversa ancora il petto, e vibra.

Tecnica e estro

La musica nasce da un’organizzazione del tempo.
Se, come quasi sempre accade, la musica sembra esprimere qualcosa, questa è soltanto una illusione.
Per sua natura la musica non può spiegare niente: né delle emozioni, né dei punti di vista, né dei sentimenti, né dei fenomeni della natura.
Essa non spiega che se stessa.

Io so che dodici note in ogni ottava e la varietà del ritmo mi offrono delle opportunità che tutto il genio umano non esaurirà mai.

Igor Stravinsky

 

 

Il Silenzio da solo è povero e così è il suono.
Il suono da solo è rumore, il silenzio da solo è morte.
Quando il silenzio ed il suono si incontrano nasce la musica !
La musica è l’incontro del silenzio e del suono.
La grande musica contiene sempre silenzio e suono così come la meditazione.
(osho)

 

La musica è il rifugio degli animi ulcerati dalla felicità.
A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;
è certo però che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi.

Emil Cioran

Unica volta

Non era propriamente una volta celeste
e nessuna freccia la oltrepassò
per arrivare a trafiggere le stelle.

Era solo la volta di una stazione,
tralicci di ferro e lastre di vetro,
grigia e fumosa.
Stavo lì, appeso, e mi chiedevo se ero io.

Se ero proprio io vedermi laggiù,
sul marciapiedi del treno in partenza,
salutare e avviarmi verso l’ uscita
ma poi invertire la rotta, d’ improvviso.
Lei stava al predellino
con un tailleur grigio fumo,
davvero,
come in quella canzone,
e non sapeva dove poggiare le riviste,
come in quella canzone.

Ma durò solo un attimo.
Chiunque sia stato lassù,
dev’ essere sceso, e m’ha ripreso.

Le ho dato solo un altro bacio,
sulla guancia
e mi sono avviato all’ uscita,
verso casa.

Chissà, se eravamo in due quel giorno, su quella volta
e chissà se mi guardava andar via di schiena
e chissà se si chiedeva perchè non torna.

E chissà se sorridevamo di noi
che dovevamo sembrare tanto buffi.

Disperanza

E’ questo:
Un cannone che spara ancora a mezzogiorno
a metà tra il lago e la colma,
e affretti il passo,
ma il pranzo non è pronto.
E ancora:
Te ne accorgi, e rallenti un po’
ma prosegui, attraverso vie e vetrine inesistenti
verso un portone chiuso
che nasconde il ballatoio dei gerani,
e il giardino segreto dei bruchipalla.
E il portone infatti è chiuso
lucido e motorizzato
al citofono nomi sconosciuti
meno uno.
la targhetta dice “Secret Garden”
ma non suoni,
non è il tuo,
e non hai voglia di affittare una camera.

Roseto della Villa Reale (Monza)

 

(foto mie).

Ma…

E non è rosa che cerchiamo non è rosa    (bellezza esteriore)
e non è rosa o denaro, non è rosa
e non è amore o fortuna
non è amore
che la fortuna è appesa al cielo
e non è amore.

Chi si guarda nel cuore
sa bene quello che vuole 
e prende quello che c’è

Ha ben piccole foglie   (piccole cose, questo si cerca. Anche se si sa dov’e)
la pianta del tè.       (La pianta del tè, Ivano Fossati)

Le piccole cose semplici