Lacerante luce

Mi sono sporcato un po’ di terra
sdraiandomi tra i ciclamini, e le foglie morte e vive.
Mi sono sdraiato a guardare il cielo
e la luce che entrava, lacerante, dai rami
negli orecchi un tuono rombante d’acqua
e presenze intorno, che mi abitano e abiteranno
tutte nella stessa luce.

Proprio qui
qui dove ero venuto per stare da un po’ da solo.

Malinconia d’anticipo

Tempo di vellutate di zucca o champignon,

che queste mese gioca a sembrare un altro

e purè con la pozza per l’uovo e un cucchiaio di marmellata accanto

come piace a lei

bollito freddo a fette sottili e salsa verde

come piace a lui

per me due quadrucci in brodo che la tempestina proprio non mi va giù.

Ma ci son sogni, dolci e feroci che non si risolvono mai

e qui, adesso, non ci sta nessuno,

non c’è neanche bisogno di uscire per vedere la tv

solo i quadrucci, e un poco di quel calore antico

e presenze che non tornano più.

Cascata alpina

E sale, il sentiero, dritto e ripido,
sale tra i pini irti, le felci e i dolci ciclamini.

Lo scuro là in fondo invita a salire
ma tu lo sai già cosa c’è
c’è altro bosco, e altro sentiero,
e ci sei tu che lo percorri, solo
e che ti vai a cercare.

E scende, l’acqua, proprio di fianco al sentiero,
scende dalle cime, con forza, veloce, e rombando
ma poi, dolce, si spande vaporosa nell’ aria
per mille arcobaleni e luccicanti brillii.

Scende in una pozza
la pozza dove hai visto una donna bagnarsi,
inarcando un po’ la schiena per lasciarsi percorrere dagli arcobaleni
per lasciarsi baciare dall’ acqua e godere della sua frescura, sola.

E sali, e costa fatica, mentre guardi l’ acqua dall’ alto che scende alla pozza.
Ah, farsi d’ acqua.. pensi
e scendere così, veloce, a percorrerle la pelle
a baciarle con un unico bacio tutto il corpo
in ogni piega di pelle dove scorri
un bacio di cui sembra goderne più di mille dei tuoi baci.

Poi spandersi nell’ aria,
e farsi arcobaleno che l’avvolge.
E volare via.

So dove sta l’introvabile

So dove sta l’introvabile,
e lo so perchè un giorno mi sono perso,
perso nelle nebbie e ombre della malinconia
e lì si è fatto trovare,
accanto a un pozzo retinato di sole.

Allora, direte, che introvabile è..
È che da quel giorno ne ho le tasche piene
ne ho riempito tasche e taschini
e lì è fiorito, svelato e senza ombre
vestito di nuovi colori e pelli,
nuovi orli ai pozzi.

Come d’altro mondo lo sfondo.

Devi solo credere che esista,
e che di nuovo si farà trovare
facendosi subito introvabile
per poter così rifiorire.

Perchè non è in quel mondo l’introvabile
né in questo.

È nel credere, con fede.

Per una sera al mondo

Solo per una sera in questo mondo
scegli l’abito più bello
dal guardaroba segreto dei sogni più arditi
e uno di quegl’intimi minuscoli
leggeri e trasparenti
che non lasciano segni sull’abito.
Ma pensando a me.
Poi passa allo specchio, ancora nuda
e guardati
ma pensando a me,
non c’è abito migliore per quella sera.
Ci vestiremo di quei sogni più arditi e segreti
dove ti fai sentire gemere e sospirare
in questo nostro mondo.
Faremo poi un altro mondo
e altri mille ancora.

Uno per ogni sera al mondo.

https://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Poesia&Id=60300

Immagine Vincenzo Trotta – Valentina (Guido Crepax)

Autunm Dream

Se ne sta distesa a cavallo delle stagioni la ragazza
tiene i capelli ancora nel caldo biondo dell’estate
i piedi già svaniti nei corti e scuri giorni
in mezzo a rossi accesi e foglie d’oro sui seni gonfi.

Se ne sta distesa come una dea dell’abbondanza la ragazza
le curve, i seni, i fianchi come cesti di frutta matura e piena
l’ombra che avanza splende e risalta tutto il corpo
come un contrasto, una definizione naturale.

E più scurisce più avanza il caldo buono
quello che ha in fondo all’inguine
l’inguine che si fa rifugio.

Sarà che a me il buio ha sempre fatto un po’ da rifugio
che lì forse non mi vedono
forse stasera non verrà.

Venisse almeno la ragazza in questo scuro che avanza anche qui
qui dove lei è idea, il sogno, la dea
la sicura via per entrare in questo splendido autunno.

Anime leggere

Potremmo guardare il fiume dal bosco, dico
attraverso le nebbie di nuvola, dici
poi scendere leggeri verso la riva.

Potremmo scendere quella scaletta in pietra, dico
e arrivare davanti all’ acqua, dici
poi amarsi alla fine del sentiero.

Proprio lì, davanti alle onde irrequiete d’ infanzia
sotto la nostra stella e la luna
Lì, dove le rocce si scuriscono in rifugi
Lì, dove si alza il silenzio buono
che contiene i sogni.

Potremmo aspettare la sera, dici
e addormentarci come bimbi, dico.

In un pensiero che è come un rifugio.

Snudante luce

Non come ombra alla finestra appare
ma come cuore di luce acceso in cielo.
E tu passi lento sotto quel cielo
da cui cade, freddo, tutto l’ agosto andato.

Tu ci vedi una promessa d’ inverno, e di neve
mentre gli amanti si promettono una nuova estate.

E intanto l’ aria si riempe di schizzi bianchi
nel blu elettrico
e di rosa mutevoli al cobalto.
La luce vibra come ali di colibrì
C’è solo un gran caldo intorno,
e niente altro.
Nemmeno Tu.
Nemmeno Io.
Solo noi in un pensiero felice.

E ad ogni curva di luce appare,
quel che non si vede appare
Come quel che invece si vede
lentamente scompare.

E si resta così
nudi sotto quel cielo
da cui cade, freddo,
tutto l’ agosto andato.