Cento scatole di meraviglia

Seduta all’orlo dello sprofondo
nel punto più in vista di questo mondo
ha cento scatole per la meraviglia
e poi duecento perchè le rassomiglia.
Per i suoi seni scatole trecento
per la sua schiena sui quattrocento
per lo sprofondo son cinquecento
per il clitoride non basta il vento.
E qui di vento ne arriva tanto
e metterla in scatola non è certo un vanto
la meraviglia va scoperchiata
e nel vento va liberata.
Ma poi di scatole ne basta una
quelle di latta con i colori
di quelle belle, da 120
per fare la pelle ancora più bella
con qualche colore magari mai visto
tipo un bel trasparente, per la maglietta
o un nuovo fiammante color dinamico
che faccia muovere il disegno e le mani
qualche colore che lasci sul foglio il bianco
e il seno che danza per tutta la stanza
fuori dai margini e dalle scatole
dentro un sogno di favole e antiche fate.

Immagine Andre Moreau

Antro di lupa o strega

Posso sentire il sogno viaggiare nella sera
posso sentirlo entrare nella sua tana calda e scura
a volte ben nascosta in mezzo al bosco
a volte ben visibile in mezzo a una radura.
Questo ogni notte accade
ma antro di lupa o strega non mi è dato di sapere
la scura bocca della tana attira tutta l’attenzione
penetra il sogno come in altro mondo
posso sentirlo come se entrassi anch’io.

Mulattiera

Così questo è il lago
appare a tratti tra i rami fioriti di primavera
e questa è la mulattiera, che sale ripida ai monti
c’è tanta pace qui
ci si accorge del tempo solo per un po’ di fiato corto alla salita.
Il lago è a destra, oltre il basso muretto in pietra, e scintilla
più in fondo l’altra riva, e campanili e chiese, e suoni di campane
par di vedere la contadina, glutei di pietra, salire le scale in pietra
a passo d’alpino che fa felice il contadino.
Dopo l’ultima casa finito il muretto e anche la siepe a destra uno strapiombo
lì ho scoperto che piscio ancor lontano, almeno trenta metri sotto
il sole intanto brilla sulle pietre lucide
più avanti la cima nella luce invita
abbandonare è un po’ tormento
ma il fiato manca, senza pudore
e nel ritorno sorride l’onda sopra il lago
come nell’andare.
Arriverò in cima con la fantasia
e poi giù dall’altra arte
tra case antiche e giardini in fiore
fino alla cascata
fino al luogo dove volevo andare.

Cartoline dal lago by Franco Bonvini

MasticadoresItalia // Editore: J re crivello

Questo rimane nel taschino ricordi che girano come cartoline di cieli azzurri e di rami fioriti di luccicanze al sole e altre meraviglie d’acqua. Acqua ai ginocchi nella gran fontana in fondo le montagne rosa da scalare il trenino in pietra è giù ad aspettare per un altro viaggio che sembrava mai finire. Una tristezza consolata da fumetti e chewing gum nel gran piazzale delle corriere qualche lacrima all’ultimo abbraccio prima di partire qualche piccolo timore di non tornare. Sì, qualcuna è un po’ sfumata e non si vedono sguardi e volti è allora che le ridisegno e le coloro quel che ne esce sono fiabe antiche e poi credo siano vere. Le mura erano ostacoli da superare per arrivare su fino ai giardini delle fate sconosciute e nude sotto i raggi del sole tra ciclamini e rose era bello starle a guardare. Tre colori bastano per farne centomila e…

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Cartoline dal lago

Questo rimane nel taschino
ricordi che girano come cartoline
di cieli azzurri e di rami fioriti
di luccicanze al sole e altre meraviglie d’acqua.
Acqua ai ginocchi nella gran fontana
in fondo le montagne rosa da scalare
il trenino in pietra è giù ad aspettare
per un altro viaggio che sembrava mai finire.
Una tristezza consolata da fumetti e chewing gum
nel gran piazzale delle corriere
qualche lacrima all’ultimo abbraccio prima di partire
qualche piccolo timore di non tornare.
Sì, qualcuna è un po’ sfumata e non si vedono sguardi e volti
è allora che le ridisegno e le coloro
quel che ne esce sono fiabe antiche
e poi credo siano vere.
Le mura erano ostacoli da superare
per arrivare su fino ai giardini delle fate
sconosciute e nude sotto i raggi del sole
tra ciclamini e rose era bello starle a guardare.
Tre colori bastano per farne centomila
e colorare la città d’incanto
e sopra cieli azzurri e rondinelle tante
e arcobaleni dopo i temporali.
La prima nudità di bimba nel retro della pescheria
dai, che fai, vieni andiamo via
lo so qualcuna è vera qualcuna è fantasia
potessi almeno rivedere sguardi e volti
senza ricorrere alla sua fotografia.

Il corpo sogna quel che l’anima vuole

E’ quando l’anima si guarda il corpo allo specchio
corpo viaggiante sulle onde del tempo
lei invece così eterna nell’universo
ricorda la bambina vista tante volte
e pensa al futuro.
Seno scoperto e bocca da baciare
pelle bagnata e bianca ancora da asciugare
l’anima sogna una cosa carnale
che solo il corpo le può dare
il corpo sogna quel che l’anima vuole
e arriva alla gioia che solo l’anima sa dare.
Poi il corpo lascia una promessa di tornare
nel sogno sveglio e nudo per farsi guardare
non dice quando per farsi desiderare
che anche l’anima desidera quel corpo poter sfiorare.
E’ un gioco di carne senza vergogna
senza ricordi senza futuro
quando si mette nuda, per due carezze
poi il corpo orgasma e l’anima pure.

Ancor più nuda della nudità

Nuda nel suo specchio tra ninnoli e scintillii di gioie
senza malizia e spettinata tanto nessuno vede
lisce le cosce sostengono ampi fianchi
il bosco al campo di battaglia raso al suolo.
Ma poi ecco che si mette in posa
e nello specchio appare tutta intera
chissà cos’è che la fa posare nuda
carne di femmina per sè
nuda nell’anima bambina.
Sarà che nasce da quello che scrivo
e allora scrivo delle giravolte e delle verticali vertiginose
vertigine è come un lago senza rive e senza fine
profumo di narcisi
profondo buio splendore nel pozzo del campo di battaglia.
Allora scrivo di ancor più nuda nudità
e di sospiri, respiri e soffi, causa di un sogno
poi amo il sogno scaturito e denudato
finchè sul campo di battaglia all’improvviso piove
poi tra ninnoli e scintillii tutto pian piano si ricompone.

Il macellaio in frac

Sigaretta fine e lunga da escort e tacchi a spillo
scarpe rosse, lucide, fiammanti e abito in tinta
la casalinga esce nella sera chiara
l’iper è aperto fino a tardi
ci si può arrivare a piedi
forse ha qualcosa da comprare.
Passa veloce ortaggi e latticini
non si ferma neanche al banco dei salumi
arriva fino alla macelleria
ma guarda te quel macellaio
se proprio oggi doveva fare il primo.
Se ne sta lì un poco a pensare
poi sceglie l’uscita senza acquisti
la sera fuori è ancora chiara
e non ha niente da comprare.
Ma guarda te lì nel posteggio c’è un macellaio in frac
sapevo che saresti venuta, dice
poi si sono incamminati mentre scuriva un po’ la sera.
E’ tutto quello che hanno detto
è tutto quello che hanno fatto
casa è vicina e il resto è fantasia
anche la storia però è un’invenzione mia
chissà se qualcuno fa ancora qualche pazzia.

Fatta di sole d’acqua

All’occhio è meraviglia
fatta di sole d’acqua e luccicanze
e di triangolini bianchi di vele tese che van su e giù
sopra i riflessi di nuvole e monti.
E’ meraviglia eppure l’anima brama sempre qualche cosa in più
glie lo ha insegnato il lago
e quello che dopo ogni curva appare
altre splendenze sempre nuove senza scordare quello che fu.
E furon curve di seni e fianchi e triangolini bianchi
a far tempesta sopra il lago e a non bastare mai
furono mani amanti che mutano tempesta in fiamma
mani dolci, quando la tempesta si calma.
Eppure cerco ancora quel qualcosa in più dietro le curve
ora che primavera riempie il lago di colore
forse una cascata o un fiume bianco che si getta a lago
getto d’orgasmo che trascina desideri al sole.
Arriverà anche estate e poi autunno e inverno
ci sarà sempre quel qualcosa in più che arriverà.
Forse una meraviglia forse una sciagura ma arriverà.