Mese: agosto 2019
Viandando (per vecchi posti dove si è felici)
Omegna, sulle rive del lago d’ Orta, paese natale di Gianni Rodari e paese di pinocchiari.
Il lago d’ Orta è l’ unico dei laghi prealpini che ha un emissario che va verso nord, in su, e per uno strano effetto ottico sembra che l’ acqua salga proprio verso i monti.
Dello stesso lago è Ernesto Regazzoni, il poeta dei buchi nella sabbia e delle poesie non scritte (invisibili), nato a Orta.
Ad Orta, in una camera quïeta
che s’apre sopra un verde pergolato,
e dove, a tratti, il vento come un fiato
porta un fruscìo sottil, come di seta,
c’è un pianoforte, cara, che ti aspetta
un pianoforte ove mi suonerai
la musica che ami, e che vorrai:
qualche pagina nostra benedetta.
La nostra grande pagina ove abbiamo
prima sognato tante cose, tante…
E ci risponderanno fuor le piante,
ed un coro d’augelli su ogni ramo.
La casa, intenta all’opere tranquille
risuonerà come una cattedrale,
ed io verrò a leggere il messale,
o mia diletta, nelle tue pupille. (Ernesto Regazzoni)
Orta
Foto mie.
T’ ho incontrata domani
https://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Poesia&Id=54523
T’ ho incontrata domani
dice una canzone di qualche anno fa
e a pensarci bene non è poi tanto stupida questa cosa qua.
Ho visto babbo e mamma
al terrazzino del Croce bianca, davanti al lago,
che il poeta è fingitore, e trasfigura la realtà.
Guardavano il lago scurirsi di buio
e l’ acqua indorare all’ ultimo sole,
io non c’ ero ma il cielo era pieno di stelle
stelle cadenti di mille colori.
Finte nuvole di fumo tra i lampi
riempivano il cielo.
E’ stato solo il tempo di un lampo
mentre guardavo il lago scurirsi di buio
l’ acqua indorare all’ ultimo sole,
e il cielo era pieno di stelle,
stelle cadenti di mille colori.
Peanuts
Pensieri post-mezzanotte con bollicine alla menta e sambuco
https://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Poesia&Id=54509
E infilaglielo un asfodelo ogni tanto cazzo, mentre scrivi,
che fa sempre odiens, e poi piace.
Sempre a parlar di margheritine di bosco,
o al massimo due ciclamini,
roba da sfigati, poveri cristi,
a chi cazzo vuoi che interessi?.
Mettici anche un odoroso bocciolo di rosa, anzi due, proprio in cima ai seni
o una spalancata orchidea tra le cosce, a cui bere a gargamella e dissetarsi
o era a garganella?
insomma a canna, lavorando un po’ di lingua per rinfrescarsela un po’ e aumentare il dissetante piacere.
Qualche parolaccia a intercalare non guasta.
Ma forse è meglio ordinarsi una bella pizza ai peperoni e tutte quelle altre verdurine,
come si chiama? ah ecco, vegetariana, quella che.. anche con le zucchine.
Là dove c’ è quel pony pizzaiolo che te la consegna sulle mani a giumella,
che è più amorevole,
e poi il cartone caldo puzza..
sperando non si fermi per strada a fare pipì però.
Certo favorirà il sonno, o i sogni, e in sogno la stessa spalancata orchidea in fiamme, bruciante di passione.
Che bruci rapida e veloce, in un attimo fuggente, per sempre.
Fino a quanto dura il sempre.
Mambo!
Eccoci qua
noi suoniamo e voi state di là
noi sudiamo e voi bevete già
noi soffriamo e voi ridete ma…
Parole che si dicono
Perchè l’ amore è un soffio.. lo so.
Foto Danny Lyon 1967
Senti come non c’è
https://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Poesia&Id=54482
Senti come non c’è.
In mezzo alle radure, nell’ erba.
Nei fiori dei mille pensieri.
Nei canti di campane.
Nelle pause del suono.
Alle finestre dei sorrisi dolorosi.
Nel sole che regna su questo mondo.
In tutti questi chilometri.
In un ghiacciolo alla menta.
Nell’ aria di questo aprile.
Nelle spine sui muri delle mulattiere.
Nel chiacchiericcio delle farfalle.
Nell’ importanza delle cose che non importano.
Nelle statue che non ti guardano.
Nel corpo che guardi.
E in quello che non vedi.
Nel non voler ritornare.
Nel non poter ritornare.
Nelle poesie mai scritte.
In un orologio che non c’è.
Nell’ ombra del mio albero.
In una gita al lago andando a cercare.
Al chiosco del mercato, bene in vista.
Nelle margherite al bosco.
Lungo le vie d’ acqua.
Nella tigre dai denti a sciabola a cui sei sfuggito.
Nel vociare delle massaie che non ci sono ai bordi del lavatoio.
Nelle pose, fisse, delle statue.
In una fotografia imparata a memoria.
Nei fuochi sul lago.
In questa pompa che batte, e ribatte.
In un bacio tra farfalle.
In un angelo su un’ husqvarna rossa, alla cava d’ argilla.
Nei sogni di un bambino, non di questo mondo.
Nei posti dove fioriscono i desideri, come primule.
In un cielo non tuo.
Nelle tasche.
Nei successivi incanti.
Non è come se ci fosse?
06/11/2018
La curva dell’ acqua
https://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Poesia&Id=54481
Sotto questo cielo nero scelgo un posto dove stare
su questa spiaggia di sassi e sale
-è lo stesso mare
sono qui
vienimi a trovare-.
Davanti a tutta quest’ acqua azzurra lo sguardo non ha un punto dove sostare
solo una linea, là in fondo, dove si intuisce l’ acqua curvare
-ma è lo stesso mare
sono qui
vienimi a trovare-.
Dietro le spalle un altro mare, un mare di tempo dove navigare
dentro le tasche un lago che ha detto vai se proprio devi andare
sarò sempre qui quando vorrai tornare.
Intanto i bimbi giocano sotto il tendone della colonia estiva
sotto lo sguardo attento delle signorine
oltre la curva sembra di sentirla chiamare il mio nome
ma non ricordo la voce e forse è solo un altro bimbo e lo sta chiamando la sua signorina.
-ma è lo stesso mare
io sono qui
vienimi a trovare-.
Andremo su, fino alla pineta, per averne nostalgia domani
tra resine calde e aghi di pino guarderemo l’ acqua fin dove inizia a curvare
saran le stelle poi a dirci quando è l’ ora di tornare.
Visto che è estate..