Il ragazzo ha sogni che fan nostalgia
come visioni di un futuro mai accaduto
e che mai accadrà.
Reali come una realtà svelata,
li mette a nudo.
poi li colora un pò di rosa
sorride
e si mette a canticchiare.
Ah, se tu avessi visto i monti che ho sognato stanotte,
emergevano dalle acque biancheggianti di spuma
se ne stavano un poco, a farsi baciare dal sole,
a farsi accarezzare dalla pioggia,
che poi scendeva a fiumi dalle sorgenti con suono primitivo.
Se tu li avessi visti
pieni di farfalle volteggianti,
potrei quasi esserne geloso.
Se tu li avessi visti riaffondare veloci.
Ma il tempo, nel sogno correva velocissimo,
come le farfalle che giravano e giravano, sparivano e riapparivano
nel sole come nelle notti di luna.
Il tempo correva velicissimo,
o le avresti viste ferme.
È finito tutto con l’ultima immersione,
durerà fino al prossimo sogno.
C’è stato un bivio e c’erano solo due strade da prendere ma la scelta era così dolorosa che le prese tutte e due. Di quando in quando le strade si affiancano le mani si sfiorano poi si riaprono addentrandosi ai boschi. Più avanti forse, un bivio al contrario, un perdono, una ricongiunzione.
“Quando mi chiedono come potrei descrivere la mia esperienza di quasi quarant’anni di mare, rispondo semplicemente:
nulla da segnalare.
Sì, ci sono state le tempeste e i marosi e la nebbia… Ma non ho mai visto un naufragio e non ho mai fatto naufragio”. John Smith.
Amy Elsie Stanley
Questa la prima frase che Amy scrive ai suoi genitori prima di partire: Non ho mai sofferto il mal di mare.
l’ultima frase invece è: Non vi pare che sia stata davvero fortunata?.
Poi salta una riga, e si firma “la vostra amata figlia”. E parte.
In un post scriptum post naufragio Amy scrive:
Avevo quasi perso la nave a Southampton.
Edwina Celia Troutt
Edwina Celia Troutt non voleva lasciare la nave e occupare un posto sulle scialuppe.
Non aveva marito e per lei salvarsi significava salvare qualcuno o qualcosa: per esempio, la felicità di una donna, a casa, che aspetta il marito.
E lei non aveva nulla e nessuno da salvare.
Aiutò comunque altre persone a salirci finchè le si avvicina un uomo con un bimbo in braccio.
“Prendetelo voi, portatelo via di qui”,
lei prende il bimbo e sale sulla scialuppa “D”.
Festeggierà molti anni dopo il suo centesimo e ultimo compleanno.
Alma Cornelia Pålsson
Non ce l’ ha fatta.
Alma, con i suoi quattro figli, stava raggiungendo il suo Nils a Chicago.
La ripescarono senza vita, con un cappotto marrone e nelle tasche gli effetti personali. E un’ armonica.
Era in terza classe, l’orchestrina del Titanic era solo per la prima.
In terza ci si arrangiava da soli, si suonava e si ballava come alle feste.
In più ,la sera, suonava ai figli una ninnananna finchè si addormentavano felici, poi continuava a suonare un altro poco, e l’America era sempre più vicina.
Bertha Lehmann
Il padre accompagnandola alla partenza le disse:
Bertha, porti sfortuna, quando siamo insieme mi capita sempre qualche disgrazia.
Ora però ho la sensazione che capiti qualche cosa a te.
Le premonizioni sono parti del mito, ma non accade nulla, Bertha si salvò e visse più di settant’anni.
La premonizione era sbagliata.
Ma non il portar sfortuna, tornata a casa il padre cadde dalle scale e si ruppe il femore.
Roberta Maioni, cameriera
Cissy per gli amici, giovane e graziosa, la nave per lei era una grande festa e si innamorò di un marinaio e della sua bianca stella sul petto.
Questo però non c’è nei suoi racconti, era una donna sposata all’epoca.
A casa però, nel primo cassetto della specchiera, chiuso da una minuscola chiave che portava sul cuore c’era la bianca stella cerchiata che il marinaio le aveva regalato.
Frederick Barrett, capo fuochista
Quando l’acqua si mescolò al fuoco la sala si riempì di vapore e c’ era caldo, tanto caldo ma lui ci era abituato
Non ci fu nessun rumore, solo un colpo sulle scafo e poi la luce rossa dell’ allarme.
Tra la luce e l’acqua che gli toccò i piedi ci fu solo un attimo, gli sembrò come una frescura in un afoso pomeriggio estivo.
Solo quando passò le ginocchia sentì freddo, molto freddo.
Anna Sofia Turja
Anna è una donna allegra e piena di vita, già dalla colazione insieme ai figli e al marito, e parla, parla, e chiede della scuola o del lavoro. Se non trova altro parla col cane.
Tranne il 14 di aprile, di ogni anno: vi ricordate che giorno è oggi?, dice, poi racconta senza parole della “città galleggiante”.
Ogni anno, ogni quattordici aprile smette il sorriso e le parole allegre, e c’è un grande silenzio,
e il tempo si ferma.
Avevano aperto i cancelli
ci si poteva spingere fino al lago, avevano detto,
e così l’ ho fatto.
Non subito, che chissà se fuori tutto era come prima
ma l’ho fatto
e poi sono arrivato davanti al lago
sono arrivato davanti al lago e non c’era nessuno
nessuno tranne un bimbo smarrito dentro me.
Guardava tutta quell’ acqua sparire in fondo, dietro la curva
e mi diceva guarda com’è bella
ma io a chi lo dicevo?
Lui già lo sapeva da sempre.
Allora gli ho detto ma lo sai perchè è così bella?
perchè ieri era alle sorgenti alpine
a giocare tra le rocce
a correre e saltare e rotolare
adesso è qui davanti, calma, e sembra ferma
ma presto sarà al mare.
E’ bella perchè un giorno è tutta schizzi e brillii
risa e giochi
un altro è malinconia di nebbia
e ci sono notti, quando la luna manca, che non la vedi
a volte non la vedi per tanti giorni
che quasi te la scordi.
Ma poi ci troviamo sempre qui
qui dove l’acqua non resta
qui dove anche lei s’è fatta d’acqua
e a volte ride e gioca
a volte è malinconia di nebbia
a volte non la vedi per tanti giorni.
Ci troviamo sempre qui, gli ho detto,
dove l’acqua non resta
dove lei trova sempre un modo per dirti che gli manchi
quanto lei a te.
Così t’avrei voluto vedere bella con la splendenza del sesso seminata sul corpo vivo. Così t’avrei voluto vedere se non fosse così che non t’avrei voluto vedere. Eppure vengo, ogni giorno, a cercare. A cercare perchè l’amore che non ha nulla da farsi perdonare vada perdonato.
La saponetta.. Ricordo che cadde, nell’acqua bassa del piatto, e che poi lei si chinò a cercarla. Non fu mai più trovata, dissolta in una magia, come burro di mandorla. Poi furono sospese le ricerche.
Tutti che vogliono il bicchiere pieno la botte piena e magari la moglie ubriaca pure. Se proprio proprio deve, almeno mezzo pieno.
Ma vuoi mettere mezzo vuoto? Tutto quello spazio ci puoi aggiungere sciroppo di menta, e qualche fogliolina pure, un pizzico di sambuco e ghiaccio tritato, fino a strabordare. L’importante è berselo, e goderne.
Per quella cosa della moglie.. si può lesinare un poco sugli sciroppi.. così che ci stia un bel po’ di vodka. Fino a strabordare.
L’importante è sempre bersela (se è di quella buona anche quella strabordata) e godersela.
"L'amore non conosce barriere. Salta ostacoli, oltrepassa recinzioni, attraversa pareti per arrivare alla sua destinazione, pieno di speranza." - Maya Angelou