Mese: dicembre 2021
Crepuscolo
E’ l’ora del sole che cade obliquo sulle cose
luce che esalta i contorni
allunga le ombre verso il buio
fino a che ci svaniscono dentro.
I dettagli più piccoli si fanno grandi
le onde del lago come pieghe di pelle
i monti scuriscono
le valli come solchi tra i monti.
E’ solo il giorno che va verso la fine.
Così fa quest’anno, che va verso la fine
e si ringrazia per i dettagli.
E così allo stesso modo fa la luce
anche sul tuo corpo di donna
la luce che cade obliqua dai riflettori
che io piazzo per esaltare i contorni
la luce che allunga le ombre
e fa grandi i dettagli in cima alle colline
scurisce il monte e la sua valle che però brilla come preziosa cosa
e pieghe di pelle come onde
fatte da un’invisibile mano accarezzante
non è una fine
e si ringrazia per i dettagli.
Come dopo un giorno ne viene un altro
dopo quest’anno ne verrà un altro
che sia nuovo o solo una nuova variante non importa
importa la luce
che esalta i contorni e le ombre
e sempre ringraziare per i dettagli belli o brutti
nuovi o nuove varianti
in mille diverse forme
di cui una è il tuo corpo vero.
Sogno d’ inverno
Lo sogno ancora, il bianco silenzioso
così bianco e freddo che neanche il sole che filtra dagli alberi riesce a scaldarlo.
C’è bianco dappertutto nel sogno e vento
che come cosa viva soffia via la neve dagli alberi trasformandola in aguzzi spilli.
Anche i pini bianchi e carichi di neve si confondono col vento
e il camminare si fa duro.
Visto da uno chalet sembrerebbe uno spettacolo magnifico
ma da quel bianco non si vede l’uscita dal bosco e la via del ritorno.
Il tenentino è troppo giovane
fresco di scuola e spaurito
si è perso e non è di molto aiuto.
Puoi solo piantare le tende e accendere un fuoco,
preparare un buon grog di cordiale e limone
per riscaldare e rincuorare anche il tenentino.
Al mattino le braci poi serviranno a scongelare calze e scarponi
forse la bufera sarà passata, passa sempre.
Ci sono venuti a prendere dalla tana dei lupi.
Mastica e sputa
La patata e il pelo 😛
Quando la pioggia s’è fatta pianto
Non so quand’è successo
perchè in fondo la pioggia “piove” e basta,
irriga il mondo che senza ne morirebbe
fino a un certo punto è stata perfino una delle cose più magiche da vedere.
Contare tutte quelle gocce, guardarle scivolare sui vetri e prevenirne il percorso.. leccarle anche.
Tutte quelle pozzanghere luccicanti per specchiarcisi e saltarci dentro,
E poi nei temporali i tuoni erano angeli che giocavano a bocce
o diavoli, il suono è uguale.
Non so quand’è successo, però è successo.
E così oggi quando piove può continuare per giorni, mesi, forse anni.
Finchè una gocciolina scorrendo sul vetro cade in una pozzanghera luccicante.
Ti ci specchi e ci salti dentro.
Allora forse non è mai successo.
Che ne sarà di noi?
Che ne sarà di lei quando non sarò?
Lei che abita questo cuore, come una casa
questo cuore che chiamo mio e invece è suo.
Dove se ne andrà?
Dove ce ne andremo o dove andrò?
Forse uno nell’ altro cuore nel cuore dove son già stato
dentro il mistero di una nuova casa.
Poi si usciva a guardar le stelle
Della Valtellina ricordo il freddo.
Ma non ho mai capito perchè gli impresari di Milano ci mandassero a Bellinzona,
o sulle rive del lago di Como o ancora in uno sperduto paesino di 4 stalle e un night in culo al mondo
mentre qui a Milano suonavano gruppi di Bellinzona, o Comaschi, o di qualche paesino in culo al mondo.
Però era bello, era bello il viaggio, e costeggiare il lago
con tutti quei paracarri in plastica che facevano un bel rumore sul fondo del pulmino tipo cartolina nei raggi della bici.
E poi le cene prima di suonare a pizzoccheri e formaggi e polenta,
dopo aver suonato invece si poteva uscire a guardar le stelle, sulla riva del lago e sentire i sassi sulla schiena.
Ma della Valtellina ricordo il freddo
e liti al night a colpi di tacchi 12, cachet poco ma con vitto e alloggio che c’era l’austerity e bisognava stare dal venerdì sera al lunedì mattina
vitto a polmoni di maiale e trippa, e camera con coperte gelate in cascina.
Lì la nebbia era bianca, bianca che non capivi dove cominciava la neve.
A proposito di Bianca..
abitava nel paesino di fronte, dall’ altra parte della vallata,
il cantante ci aveva preso una cotta, forse perchè era appassionato di matematica e Bianca sapeva di quei numeri..
tipo gli anni miei appena fatti.
Oggi però, con tutti gli anni appena fatti, e sono un bel numero, è ancora bello
dai palchi nelle piazze di paese si vedono ancora le stelle.
Muovi il culo
(Per Alda.
Perchè il vino si fa amare come l’ amore ma poi lo distrugge..
Qui la ragazza è inventata ma Alda no)
Erano gli occhi a battere il tempo
che Annalisa cantava sì da dio
ma muoveva il culo ancor meglio
e proprio al microfono qui davanti
sul ritmo di una samba
è proprio lì che gli occhi battevano il tempo.
Dall’ ampli intanto le note scendevano tra i tavoli
riempivano l’aria e volavano
volavano tra mojito e daiquiri
caipirinhe e margarita.
La gente non era lì per ascoltarci
nè per guardarci,
ma ,edulcorando un po’, sesso bere e rock’n Roll
però ai musicisti bastano le loro note
per fare sogni senza età.
E intanto gli occhi continuavano a battere il tempo
qualcuno iniziò anche le danze
solo una ragazza, giù in fondo, guardava verso i musicisti
e sembrava anche ascoltasse,
ma non so cosa,
le note non le bastavano e neanche le sentiva più,
nemmeno i mojiti o le caipirinhe o i gin tonic bastavano.
Lei preferiva il prosecco
da morirci.
Intanto gli occhi di tutti continuavano a seguire il tempo.
La giostra
..Per un amico che ci ha lasciato, ma suona ancora con noi, ogni volta, tamburo battente in fondo al cuore..
Girano i cavalli
sulla giostra,
tra luci e riflettori.
Ma quel che conta è la musica.
Ritmi di batteria, giri di basso,
accordi di chitarra e fanfare.
Per noi musicanti quel che conta è la musica.
La giostra rallenta e accellera ma non si smette mai.
In fondo noi ci si diverte,
da morire.
Eppure,
di quando in quando,
un amico scende.