Autunno in giallo

Mi Casa es Tu Casa

Veste di giallo, l’Autunno,

di rosso acceso ha colorate le labbra,

e profuma di agrumi.

Non è più giovane, come la Primavera,

Non è irruente, come l’Estate,

Non è freddo e distante, come l’Inverno.

Si vela di nebbia, l’Autunno,

timidamente a coprire i suoi colori,

come una donna matura che taglia i suoi capelli

e nasconde le ginocchia perché “non è più il tempo”,

mentre racchiude sotto le ciglia un mondo di latte e di miele.

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Un messaggio

Ho sognato un messaggio per me,
senza oggetto nè titolo
solo il corpo in campo bianco
una specie di notifica
di simboli e parole d’acqua di fonte.

E il sogno era così vero
come è vero che inizio a non distinguere i sogni dal vero,
così vero che al risveglio l’ho cercato dappertutto,
e nei messaggi non c’era.

Non l’ho detto all’indovina che mi guarda la vita
così nulla ha indovinato
e non le ho dato da bere.

Credo che mi riaddormenterò
o forse mi sveglierò di nuovo.

Senza fiato

Non importa che sia dalle rive calme del lago
o dalle vertigini delle cime alpine.
Importa che ti lasci senza fiato
come una sorpresa che trasformi la calma placida del lago in vertigine di bellezza
e plachi la vertigine delle cime facendone calma placida.
Ma devi perderci il fiato
non vale fermarsi al primo prato
devi viaggiare, e salire, o scendere in grotte buie
o nel profondo dei boschi ombrosi
fino a perdere il respiro e le parole.

Resta la bellezza
stesa lì a fianco mentre guardi il cielo,
il cielo e la bellezza e tutte le parole che hai nel cuore.
Non vale fermarsi prima
devi restare senza fiato perchè ti lasci senza fiato.

Guardare e non toccare

Mamma era come me,
davanti alla torta appena fatta, con sopra panna e ciliegine, diceva
guardare e non toccare
ma aggiungeva subito è una cosa da morire
e prendeva una ciliegina affondando le dita nella panna.
Poi faceva un cenno, come dire che aspetti?
E ci leccavamo le dita.
Adesso però so quante ultime ciliegine non ha preso per lasciarle a me.
Questo mi ha insegnato.