Venere dalle mille pose

Quella statua,
quella che dal suo piedistallo mostra seni marmorei
quella che hai fotografato mille volte
girandole attorno
per mille uniche pose.
Quella che hai desiderato si muovesse
e sollevasse un po’ i seni, verso il cielo
reclinando il capo.
L’ hai filmata, 25, 30, o anche a 60 pose al secondo
e tutte uniche e inamovibili.
Poi un giorno, o notte, lo fa
scende sinuosa dal suo piedestallo e lo fa,
tutto quello che avevi già sognato fa.
La mattina dopo ti svegli e aspetti sera
(e la sera non arriva mai).

Immagine Grillos Salvatore

Resta con me

Questo mondo è un colabrodo
pieno di falle da dove mi vedi vivere.
Come anomalie di pixel nel cielo
e negli spazi tra le cose che sfumano in altre.
Da lì mi si vede dormirti al fianco nella luce chiara del mattino
mi si vede guardarti alzare nuda
ancheggiare un po’ nella cornice e alzare le braccia al sole
mi si vede alzare e accostarti il corpo
e con le mani sulle spalle accompagnarti alla gioia, la nostra.
Così resta con me quando farà buio e non si vedrà il cielo.
Resta con me, in quel mondo sovrapposto al mio, fino alla luce chiara del mattino.

Memorie

Se ne sta lì, dove comincia il prato, un vecchio cancello arrugginito
solo i pilastri a ricordare quel che è stato, le mura inesistenti, il recinto solo dagli alberi definito.
Le case intorno fan paura e forse serviva solo a rinchiudere chi ci abitava
ora gli alberi avanzano, a riprendersi il prato, a coprire tutto per farne un segreto
resteranno solo le tracce di quel che è stato, come tanti specchi, nella memoria dei vecchi.
E negli specchi il sogno è vero, come il dolore che sente, anche se non c’ero
e proprio lì, dove comincia il prato, scende la luce a trattenere il passato.

Maggionuovo

Farà di nuovo maggio questo è sicuro
torneranno di nuovo i fiori ai monti e l’erba ai prati
ciondoleranno i maggiociondoli
e le lupe appena uscite dall’inverno allatteranno i cuccioli al seno eterno della vita
andranno a caccia, di cibo e di lupi
e noi per niente eterni aspettiamo un mese qualunque
fosse anche d’inverno
fosse solo un maggiociondolo spoglio
o un timido germoglio
le lupe nella neve
come qualcosa da disegnare sopra a un foglio
o sopra alle nuvole, nello specchio nel lago.

Attrice dei sogni

MasticadoresItalia // Editore: J re crivello

By Franco Bonvini

Forse è una maga, forse una fata
o solo la donna che l’ha sognata
giovane, vecchia o bambina
o forse solo una vecchia bambina
nata dall’onda come sirena
ardita sì ma non oscena.
Sirena di lago dall’acqua sorge e la coda brilla
forse è la gonna che d’oro scintilla
gonna gitana che segue le forme
così che chi guarda mai più non dorme
e gira la gonna ai venti del lago
e s’alza e s’abbassa per il suo mago.
Forse è una maga, forse una fata
forse son nuvole con la forma amata
capelli nel cielo del lago argentato
l’occhio appagato e abbacinato
resta il sogno, l’incantatrice
forse è una maga, forse dei sogni l’attrice.
Attrice sì ma protagonista
dietro le quinte si sta preparando alla vista.

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