Con la faccia più feroce che ha,
il cappello da strega
e le ali di pipistrello
le mani adunche
e il tutù rosa, che gli piace tanto,
che fatica spaventarsi.
Con la faccia più feroce che ha,
il cappello da strega
e le ali di pipistrello
le mani adunche
e il tutù rosa, che gli piace tanto,
che fatica spaventarsi.
Che strano,
siamo io e te oggi
in questa fredda giornata di quasi inverno.
Tu dai la mano al tuo bimbo freddoloso
e mi dici non aver paura di star solo.
E mi rincuori, andando a trovarti.
Ma ne ho avuta tanta.
ATOMOI
Ho letto Kant
“il cielo stellato sopra di me
la legge morale
dentro di”…te
e poi c’era Hegel,
causa finale
ma non efficiente,
perché è diverso, diceva,
e per capire bisogna sapere
cosa accade dopo
di me che divento
altro da (te)
e che ritorno dentro di me
e poi…? E poi vaffanculo,
infatti non era nemmeno così.
Abbiamo solo mescolato i semi
delle anime, anime nostre
e non siamo lo Sfero
e nemmeno il Nous.
Siamo solo a-tomoi,
indivisibilmente democritei
in un mondo chiamato
Iperuranio.
di Chiara, qui:
https://viaggiraccontiscrittura.wordpress.com/2019/10/15/atomoi/
*
La vida es sueño
Rotolo tra le stoffe d’Oriente
per un filo d’oro che sa di lontananza.
Il mercante fiuta le donne
e vende loro damascati e sogni.
Mi stufo facilmente delle sue ciarle,
voglio conoscere le sete col mero tatto.
La mano mi svelerà il loro viaggio:
onde delicate e marosi turbolenti,
spose lasciate sull’altare
e uomini…
View original post 552 altre parole
Non state a credere quelli che.. la morte non è niente
quelli che.. è solo nascosto nell’ altra stanza, dietro l’ angolo.
La morte è tutto meno che niente.
La morte ti cambia la vita
anche a chi resta, soprattutto a chi resta.
Qui su questo palco vedete solo noi
eppure è qui
ma non dietro le quinte
e nemmeno nascosto nei camerini.
E’ proprio qui in bellavista, dentro i nostri cuori.
Dove la morte non ha dominio.
Bella eh.
Una matura cinquantenne
E oggi canta.
..vacca miseria è già finita!
..lui non volò
bi-sogno di qualcosa di vero
Penso che sogni così non ritornino più..
Certo non sto a darvi la ricetta.
Chi non sa saltare un padella un po’ di dadini di zucca con un filo d’ olio extravergine in cui è stato imbiondito uno spicchio d’ aglio e un rametto di rosmarino, (poi tolti), e sfumarli con un po’ di vino bianco.
E chi non sa schiacciarli alla forchetta, fino a farne una purea grossolana, da buttare nel brodo che bolle prima di buttarci i tortelli ripieni di zucca. (presi già pronti)
E poi non so neanche se è il procedimento giusto perchè quando li faceva mamma non è che ci facevo molto caso anzi protestavo, che avrei preferito un bel piatto di lasagne o in mancanza due tagliatelle al ragù.
E’ solo che non ricordavo il sapore..
(le lasagne ce le ho nel frigo eh.. ma non ditelo a mamma che poi si gasa)
Non è per vederla che si va per quelle strade
è per cercarla nelle cose che ha visto
per vedere con gli occhi i silenzi che ha sentito
per vedere le nuvole rade avvolgere i sassi della Grigna
da dentro le stesse nuvole
perchè l’ anima rimane tra i sassi dei muri
tra i ciottoli delle mulattiere
e scoprirti a cercarne uno che ha guardato
e non un altro.
E poi, passate le case, e gli archi
le fontane e le statue
scoprire che continuano
come sentieri tra i prati
verso i boschi
e sono pieni di radici
e terra scura
e rifugi
e non capisci perchè era così tremendo guardare al cielo.
Ci dev’ essere un indicibile segreto
e pesa su tutte le cose qui attorno
piove a terra come nebbia fine
e non lo sa neanche la tabaccaia del paese
allegramente sdentata e sorridente.
Intanto è eternamente qui
qui e oltre, più su,
dove crescono i mughetti.
-e i ciclamini-
Non ti ho mai sentita tanto
come ora,
che non ti sento.
Forse è solo un sogno .. dorato.
riflesso nei tuoi occhi,
come in uno specchio
che mi rimanda intatto,
ma se li chiudi…
m’ imprigioni
e mi leggi l’anima.
Io, da qui, penso questo ogni volta che manchi.
Tu, da là, pensa questo ogni volta che manco.
Maggio 2018
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