Quando venne la pioggia sul lago fu un fuggi fuggi
ognuno raccolse le proprie cose e corse verso l’auto
e poi ingorghi, e code, luci tremolanti oltre il parabrezza,
che il cielo sopra il lago quando piove si fa scuro
scuro di nuvole nere e la luce fatica a passare,
il loro tempo scandito dai tergicristalli.
Eppure stare qui è tanto bello
l’albero che ti ripara ti conosce
è un amico premuroso
intanto che i sassi si scuriscono goccia a goccia
si formano pozzanghere tra loro
e l’acqua ci rimbalza dentro.
Ma nessuno è qui a guardare
il lago con la pelle d’oca che nessuno vede.
Non vedono neanche la luce che appena spiovuto piove dal cielo
nè le mille goccioline sopra le rosse panchine,
piene d’arcobaleni.

