Abitudine

E’ un’abitudine il cammino, un vizio
sentire la ghiaia sotto i piedi, o le foglie
lasciare orme e tracce e segni
un tacco perso da una scarpa troppo cittadina
-che non era previsto salire così in alto-
e poi trovarli al ritorno.
E poi è un’abitudine chiedere alle Madonne delle chiesette alpine, o alle edicolanti lungo il cammino
se lassù c’è un luogo dove si stia bene,in pace
un luogo dove lei non sia tormento.
Non rispondono mai ma poi il sentiero si traccia di gigli giganteschi
e varchi tra le piante che mostrano prati fioriti sotto un cielo bianco di luce
non è lì il luogo, lì puoi fermarti un poco a riposare
e lei non ti lascia mai.
E’ un’abitudine il suo non lasciarmi mai,
il suo accostarmi il cammino sempre.
E sempre è una parola tormentosa
come un’abitudine al cammino verso un luogo che non c’è
come se io fossi il suo luogo e lei il mio
ma lei non c’è.
E’ qui come quei gigli ma già sfiorita altrove.

Solo un ricordino

Il mio bimbo lo portavo alle prove

un tempo si facevano negli scantinati, o nei garage, o nel laboratorio del padre di qualcuno.

Stava nel suo passeggino e dormiva tranquillo

solo nelle pause tra una canzone e l’ altra spuntava la testa per vedere cos’era tutto quel silenzio.

Al Pisserottino

E’ una fontanella di fonte, dove l’acqua esce filo a filo
da questo il nome Pisserottino.
Il bimbo si ferma sempre lì col suo babbo, per riempire le borracce,
una tappa verso il prato dei picnic, dove sbocciano i narcisi.
Lo sa che ci vuole tempo e intento insegue una farfalla
o un raggio di sole, e cerca legnetti per l’arco e le frecce.
Arriva fino all’orlo dello strapiombo, dove si vede il lago che riflette il sole
si sente forte e coraggioso a guardarlo da lì, come un indiano
e si crede solo.
Non sa ancora che babbo sarà una pianta verde e lucente
con foglie avranno suono d’ armonica
ma intanto lui lo tiene d’occhio, lo guarda e non lo perde di vista
che non faccia un passo in più.
O forse tiene d’occhio me mentre guardo il lago che riflette il sole e ascolto un’armonica
lì dove non sono, nella gioia di bimbo
lì dove sarò un albero con foglie che avranno suono di chitarra.

On the road again

La strada oggi era piena di gigli e viole
non mancavano le primule
alcune sbucavano dalle crepe sotto le roccie, al riparo
altre, le più ardite, si godevano il sole in mazzo ai prati.
E saliva, la strada, a fianco a un ruscello
era tutta un canto d’acqua che scendeva saltellando giocosa,
non si sentiva altro
nemmeno quest’acufene che qui e ora bisbiglia nell’orecchio.
I pensieri del colore dei gigli.
Questa volta non era senza meta il cammino
volevo salire alla fonte di tutta quell’ acqua
oltre il pianore delle pozze dove si specchiano, vanitose, le montagne.
L’edicolante lungo il cammino ha detto che era un giorno buono
così, una volta al pianoro e oltrepassato l’ultimo ponte
dove il sentiero nel bosco ho detto -saliamo ancora-
anche se gli alberi sono ancora spogli saliamo tra le montagne
si vedrà ancora di più il cielo negli spazi tra i rami.
Ero solo e siamo saliti.
Come fai a sentire la fatica tra tutti quei gigli bianchi e ridenti
le primule gialle e in boccio e le viole
l’azzurro del cielo negli occhi.
Sono arrivato così, d’improvviso dopo una svolta, alla fonte
era lì, mancava solo una piccola rampa di roccia e muschi
mi son tolto la sete e intanto l’ acqua scedeva verso il torrente
e altri rigagnoli scendevano a destra, e altri a sinistra
alcuni piccoli piccoli
altri col petto già gonfio
e tutti facevano un unico ruscello
che scendeva scivolando sulle ginocchia lisce delle rocce
come un bimbo sulle ginocchia del nonno
e cantava e rideva andando a valle
non mancava qualche giravolta nelle pozze dove si fermava un poco.
Così sono tornato al paese più sotto
scivolando e cantando e ridendo
con l’anima a colori
fino al posteggio.

Nulla ostruiva la bocca o il letto del torrente,
e allora perchè qui non arriva acqua da giorni
e quest’ acufene dimenticato per un poco si sente ancora forte?

Sete

Dovrei salire alla fonte
e salire vuol dire fatica e sudore
dovrei salire perchè son giorni che l’acqua manca
e non arriva più qui.
L’ultima volta sono arrivato alle pozze
mancava così poco per la fonte
bastava salire un poco tra le ginocchia di roccia
ma lì mi sono sentito vecchio
forse era tardi, forse ero troppo sudato
forse mancava il respiro
e così sono tornato.
Ma qui non arriva acqua da giorni
e dovrei proprio salire alla fonte.
Di sicuro qualcosa ostruisce la bocca
un sasso, caduto dai monti
o foglie, perse dall’ albero che ricordo di un verde splendente al sole.
Qui oggi il sole ha un velo grigio di nebbia
crea ombre sfumate al suolo, come sfocate
confuse con l’aria dentro la quale non si vedono i profili di roccia all’orizzonte.
Dovrei salire alla fonte, che tanta è la sete
arriverà un giorno di sole e apparirà la strada, chiara
supererò le pozze, gli specchi d’acqua che riflettono la fonte
e ci arriverò senza misura di distanza.
Allora saprò cosa mi ha portato lì, bocca sulla bocca
qualcosa che ora credo sete
e non so se potrò tornare.

Il mondo è degli assenti

Forse davvero questo mondo non è nostro
così pieno delle anime degli assenti
inudibili e invisibili, ma molti più di noi.
Ognuno ne ha da uno a cento a fianco
anche milioni
se conti i pezzi di prato che son piaciuti
e le cime dei monti
e altre mille e mille ancora perse nel vento
e l’io di eri e di domani perso nel tempo.
E sono in pace, in un luogo di gioia, sollevati,
o semplicemente non sono,
non sono qui, a girare per centri commerciali e spiaggie
o a far lo struscio in centro
dove andiamo noi per non vederli.
E non vediamo neanche l’altra gente.
Qui ci siamo solo noi, e non ci diamo pace.
Solo a volte al bosco un respiro muove le foglie
o la sera, spente le televisioni la luce dei lampioni illude una presenza.
C’è chi si addormenta il cuore
con qualche goccia di antidolore
o qualche polverina magica che costa più del dolore.

Ma poi quale dolore
se e così bello riuscire a risentire le loro inudibili voci.

Let Me Love You Tonight

Traduzione

È mezzanotte.
E non voglio vederti andare.
Il pensiero di te che torni, torni a lui mi uccide.
Baby, per favore – come puoi torturare il mio cuore.
Sappiamo entrambi – dov’è il nostro posto,
il mio è nelle tue braccia mentre ho te nelle mie.

Chorus
Vieni con me e possiamo far cantare il cielo.
Non puoi negare le forze che senti dentro.
Vieni con me e possiamo far cantare il cielo.
“Lasciati amare stasera”
“Lascia che io ti ami stasera”

Se te ne vai non sapremo mai ciò che il domani porta,
ci dev’ essere un modo per porre fine a questa sofferenza,
vieni con me e noi possiamo far cantare il cielo,
“lasciati amare stasera”
“lascia che io ti ami stasera”

Baby, non voglio vederti ferita … (non più)
Devo fare ciò che è giusto, così non può andare
non posso andare avanti
e sto in ginocchio.
Sai che è finita con lui,
allora, perché tornare quando tutto ciò di cui hai bisogno
è proprio qui con me.

Chorus
Vieni con me e possiamo far cantare il cielo.
Non puoi negare le forze che senti dentro.
Vieni con me e possiamo far cantare il cielo,
“lasciati amare stasera”
“lascia che io ti ami stasera”

Se te ne vai non sapremo mai ciò che il domani porta,
ci dev’ essere un modo per porre fine a questa sofferenza,
vieni con me e noi possiamo far cantare il cielo,
“lasciati amare stasera”
“lascia che io ti ami stasera”