So let the good times roll
Let the good times roll
I don’t care if you’re young or old
Get together, let the good times roll
Let them roll all night long, let them roll all night long
Oh shit
Oh shit
So let the good times roll
Let the good times roll
I don’t care if you’re young or old
Get together, let the good times roll
Let them roll all night long, let them roll all night long
Oh shit
Oh shit
Le leggende le descrivono come streghe di Benevento dove cresceva un grande noce, il grande noce di Benevento che ora non esiste più, attorno al quale si riunivano.
Qualcuna dice che avessero consistenza di vento, o brezza, e passassero così, come l’ aria sotto le porte a insidiare gli uomini e storpiare i bambini nelle culle. Altre che fosse merito di un unguento con cui si cospargevano e che le faceva scivolare come l’ olio nelle fessure.
Secondo alcune versioni il nome deriva dal latino ianua, porta, da qui la necessità di proteggere l’ uscio di casa per non farle entrare a sdraiarsi accanto ai bimbi per impedirne il respiro.
Altre versioni lo fanno derivare da Dianara, seguaci di Diana, e forse non erano poi così maligne. Erano creature legate alla natura, agli alberi, e sentivano il dolore delle donne, la nostalgia e la solitudine e per questo passavano come vento sotto le porte. Per portare notizie dei loro cari.
Anime in pena, lasciate sole, magari vestite a lutto, che si riunivano per conforto e nella penombra della notte scambiate per streghe.
Si rifugiavano sugli alberi, per vedere più lontano un ritorno.
Immagine Igor Zenin
Però, una scopetta alla porta o un bicchierino di sale lì vicino si potrebbe anche mettere.. (non resistono alla tentazione di contare tutti i granelli e così non si accorgono del sorgere del sole che le fa fuggire)
Immagini di Igor Zenin.
Quella notte i pastori accorrevano ad adorare il figlio di Dio nato in una grotta,
e le madri portavano i bambini per farli benedire.
Tecia desiderava tanto un bimbo, così avvolse una pietra in uno scialle, e si unì alle altre donne.
Maria lo capì e le chiese cosa portasse in braccio.
“Allatto un figlio maschio”
“Allora scopri il tuo seno, allatta il bambino che stringi al cuore e dagli un nome” rispose Maria.
Tecia lo chiamò Stefano, la pietra divenne calda e morbida e scoprendo lo scialle lei vide il proprio bimbo.
Maria però disse anche che quel bimbo nato da una pietra sarebbe morto con le pietre.
E questa è solo la leggenda di santo Stefano.
Come dice il nipotino, non è che non sia vera, solo non si sa se è vera, ma potrebbe esserlo.
Quando ho bisogno di tornare con i piedi per terra, perché la testa è lontana anni luce, questo è il mio rifugio
Incastro le parole
Parole lette Parole scritte
passi senza orme
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spazio d'incontro artistico-letterario/auto-biografico: donne di ieri e di oggi
18-3-2022 ( testi e fotografie dell'autore)
Il mio mondo sono i libri!
POESIA SEI LA LUCE CHE MI GIRI FIN QUANDO NON MI CANTI
“I libri si rispettano usandoli.” U. Eco
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Intreccio parole e ne faccio poesia
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