Della Valtellina ricordo il freddo.
Ma non ho mai capito perchè gli impresari di Milano ci mandassero a Bellinzona,
o sulle rive del lago di Como o ancora in uno sperduto paesino di 4 stalle e un night in culo al mondo
mentre qui a Milano suonavano gruppi di Bellinzona, o Comaschi, o di qualche paesino in culo al mondo.
Però era bello, era bello il viaggio, e costeggiare il lago
con tutti quei paracarri in plastica che facevano un bel rumore sul fondo del pulmino tipo cartolina nei raggi della bici.
E poi le cene prima di suonare a pizzoccheri e formaggi e polenta,
dopo aver suonato invece si poteva uscire a guardar le stelle, sulla riva del lago e sentire i sassi sulla schiena.
Ma della Valtellina ricordo il freddo
e liti al night a colpi di tacchi 12, cachet poco ma con vitto e alloggio che c’era l’austerity e bisognava stare dal venerdì sera al lunedì mattina
vitto a polmoni di maiale e trippa, e camera con coperte gelate in cascina.
Lì la nebbia era bianca, bianca che non capivi dove cominciava la neve.
A proposito di Bianca..
abitava nel paesino di fronte, dall’ altra parte della vallata,
il cantante ci aveva preso una cotta, forse perchè era appassionato di matematica e Bianca sapeva di quei numeri..
tipo gli anni miei appena fatti.
Oggi però, con tutti gli anni appena fatti, e sono un bel numero, è ancora bello
dai palchi nelle piazze di paese si vedono ancora le stelle.
… salvo quando c’è nebbia
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