Forse è una prerogativa dei nati al lago,
quel confine di montagne sempre davanti agli occhi
unico sbocco il cielo o l’immaginario oltre le curve
il mistero dell’infinito troppo lontano per un bimbo o un vecchio.
Tutto è qui davanti,
e il sole luccica sull’ acqua,
il vento increspa la superfice
e a volte i lampi la impauriscono.
Se c’ è un infinito, per un bimbo è oltre le montagne,
oltre le curve o il cielo,
per lui lo spazio oltre la cornice del non è mai limitato
forse oltre non c’è la paura dei lampi
o il desiderio che torni il sole
l’infinito è sempre oltre le montagne.
Eppure io voglio stare di qua,
se non ci sono paure o desideri voglio stare di qua
voglio andare a pescare sul lago
sperando che non piova
che poi è solo acqua che mi bagna.
Con una radiolina
dalle pile quadrate attaccate dietro con lo scotch
e magari un libro, o perchè no, un topolino, nell’ attesa che qualcosa abbocchi.
E se pioverà ci sarà sempre un portone, un tetto
una castellana accogliente per ripararsi
E tutte quelle goccie si aggiungeranno al lago che rimarrà un lago.
E avrà la pelle d’oca e canterà andando al mare.
Sì è’ di qua che voglio stare
in questa finitezza infinita
a immaginare cosa c’è oltre il confine dell’inquadratura.