Posteggerò la bici sotto la mia linea obliqua che sale e salirò
trainato da una fune di radici intrecciate e antiche,
fino agli angeli scintillanti sul frontespizio,
fino alla piazza da dove partono i sentieri.
Cercherò i ciclamini, e i narcisi al grande prato, che so essere una vasta distesa
o forse no, e troverò nuovi sentieri, seguendo scale di pietre
e nuovi luoghi, altrettanto immensi.
Se arriverò dove non si può più salire guarderò in alto,
al sole tra tutto il bianco delle nuvole e salirò ancora se mi prenderà per mano.
Sotto si vedrà il lago brillare, e la bici minuscola e argentata in attesa
come una cartolina che profuma di lago, e d’erba e di legna al fuoco nelle case.
Qualcosa nelle sfumature, o nella mano vuota dirà poi quando è l’ora di tornare.

Un fantastico volo nelle alture del cielo, nel quale intravedere distese di fiori, o nuovi sentieri, mentre al di sotto tutto apparirà rimpicciolito come in una cartolina illustrata, ove tornare quando lo dirà il cuore…
Originalissima questa tua e molto apprezzata
Buon pomeriggio, Franco,silvia
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