È un pomeriggio di Maggio mamma
di quelli che -così ci piace a noi-
che andavamo erranti ai prati
oppure giù, fino al fiume
per passare un pomeriggio
felice come pochi.
È un pomeriggio di maggio questo
un pomeriggio errante
verso le cime che mangiano le nuvole
-che più ne mangi più ce n’è-
verso la sorgente che alimenta questo lago brillante,
vedessi oggi com’è.
Dalle cime cadono i deltaplani
come tanti uccelli di Braques
si confondono col bianco delle nuvoe, e volteggiano
e riappaiono più in là.
Intanto pigola forte un anatroccolo
la madre esce veloce dalle foglie
gli dà un colpetto di becco
e poi a fianco prendono a navigare.
Ecco, tutto qui
si è fatta l’ora di rientrare
e poi non servirebbe pigolare.