Bianca abitava al monte
lavorava duro
portava l’acqua agli animali, e cibo
estate e inverno.
Quando era stanca andava scalza per i prati
e ci si sdraiava sopra
si faceva baciare dal sole
e chissà cosa sognava.
La sera però scendeva a La Nuit
night trasandato di pianura
sulle rive di un fiume di ghiaia in fondo alla valle
noi suonavamo lì
lei portava da bere alle regine del bancone
diavolesse dai tacchi insanguinati per contendersi i clienti
l’ abitino bianco in controluce pareva non ci fosse
ma era parte del gioco dove nessuno ha vinto mai
in cambio aveva due soldi, per due sacchi di mangime.
Niente spazio per danze o amori finchè durava la serata
alla fine del suo turno però, prima di spegnere le luci
chiedeva sempre un bis, sempre la solita canzone
“passerotto non andare via”
solo che poi andava via
con chissà quali sogni nel cuore.
Forse voleva fare la regina
coi tacchi a spillo insanguinati
o forse un passerotto che resta.
Chissà dove è rimasta.
è rimasta nel tuo ricordarla, impigliata ai tuoi versi
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Eh, è una rete la memoria, ci si impiglia di tutto
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e meno male!
Che è una rete e ci si impiglia tutto… dico io.
😉
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