Ho negli occhi un bimbo.
La madre lo porterà al Crocifisso domani
per un bacio e un saluto.
Non usciranno troppo presto,
appena il sole avrà scaldato l’ aria della notte
così che non prenda freddo.
Ed è già festa,
non sa ancora di dolori e passioni,
passeranno lungo le mura
piuttosto che per le vie interne
che accorcerebbero il percorso.
Lungo le mura perchè lì ci saranno le bancarelle di Pasqua
dolciumi, caramelle, giocattoli,
qualcosina la madre troverà
per non lasciare gli occhi asciutti.
Ma il vero stupore sarà per i chioschi contadini,
per i pulcini o le grandi bestie da stalla
per l’ odore del fieno e dei maiali
e per gli animali di fattoria di cui si parla tanto a scuola.
Faranno una sosta al grande prato,
proprio dove le mura svoltano,
per un bicchiere di latte
tiepido e salato
delle pecore che i pastori espongono,
giocherà coi loro cani.
Poi giù per il viale verso il Crocifisso.
Andrò anch’ io lì domani,
so di trovarlo perchè sono io quel bimbo
e oggi qui con me non c’è.
Anche se non è lì che ci siamo separati
oggi qui con me non c’è,
per questo ci andrò,
gli porgerò la mano
e se vorrà ancora prenderla gli dirò andiamo a casa.
Che anche qui oggi, tra gli uomini, non si sta poi tanto male.